IL VIAGGIO DI ALICE - Sentirsi libere ad Utrecht 🇮🇹 ✈️ 🇳🇱

Nel 2017, Alice, una giovane laureata del Politecnico di Milano, decide di lasciare la sua città natale, Monza, per trasferirsi a Utrecht, nei Paesi Bassi. Spinta dal desiderio di cambiare vita e dalla necessità di allontanarsi da un percorso che le sembrava già scritto, sceglie di affrontare una nuova sfida professionale e personale. Da allora, Utrecht è diventata la sua casa, un luogo dove ha trovato non solo un lavoro gratificante ma anche uno stile di vita che le ha permesso di riscoprirsi

Quali sono stati i motivi principali che ti hanno spinto a lasciare Monza e trasferirti a Utrecht nel 2017?
La decisione è nata principalmente dalla mia tesi di laurea magistrale e dal contesto che vivevo in Italia. Studiavo al Politecnico di Milano, un percorso impegnativo e difficile che mi lasciava pochissimo tempo libero. Mi sentivo intrappolata in un ciclo che, dopo l’università, prevedeva lavoro, famiglia e sacrifici, senza spazio per altro. Cercavo un cambiamento, un’opportunità per uscire da quella realtà. Ho chiesto consiglio a un'insegnante che aveva contatti a Utrecht, e grazie a questo collegamento ho deciso di partire. Avevo 25 anni ed era il momento giusto per provare.

Quali differenze principali hai riscontrato nel mercato del lavoro tra l’Italia e i Paesi Bassi?
Ho iniziato come stagista nel reparto di Ricerca e Sviluppo. Alla fine dell’internship, l’azienda mi ha offerto di restare per altri tre mesi e, poco dopo, ho ottenuto un contratto full-time. Rispetto all’Italia, ho percepito un sistema più dinamico e orientato a supportare i giovani. L’ambiente mi è sembrato molto meno gerarchico: qui c’è più flessibilità e possibilità di crescita. La mia esperienza iniziale in quality assurance mi ha aperto subito delle porte, cosa che in Italia forse sarebbe stata più lenta.

Come regulatory affairs specialist in un’azienda di dispositivi medici, in che modo il contesto lavorativo olandese ha influito sulla tua carriera?
Non posso fare confronti diretti con l’Italia, perché ho lavorato solo nei Paesi Bassi, ma ho notato subito un approccio diverso. Qui le strutture aziendali sono più orizzontali, il che rende più semplice il dialogo e l’accesso a nuove opportunità. Mi sono sentita valorizzata fin dall’inizio: avevo un lavoro ancor prima di finire l’università, e ho avuto modo di crescere professionalmente con promozioni basate sul merito.

Qual è stato il tuo impatto personale e professionale nel lavorare in un’azienda internazionale?
Venendo da un piccolo paese italiano, dove ero fidanzata da sei anni e concentrata solo sugli studi, trasferirmi qui è stato un cambiamento enorme. A Utrecht ho trovato un ambiente che mi permetteva di bilanciare lavoro e vita privata: stacchi alle 17 e puoi dedicarti a te stessa. Questo mi ha aiutato a scoprire chi sono davvero, lontano dai giudizi che spesso percepiamo in Italia. Qui, nessuno ti giudica o presta attenzione a dettagli superficiali. Questo mi ha dato una grande libertà, sia personale che professionale.

Quali sono stati gli aspetti della vita quotidiana a Utrecht che ti hanno sorpreso di più?
Dopo sette anni, posso dire che non sono mai riuscita ad abituarmi ad alcune abitudini olandesi come il pane col formaggio! Scherzi a parte, il mio stile di vita è cambiato molto. Sono diventata più organizzata, con un’agenda sempre piena di impegni, ma ho imparato anche a prendere le cose con più leggerezza. Gli olandesi sono diretti, un tratto che inizialmente mi metteva a disagio, ma col tempo ho imparato a capirlo e ad apprezzarlo.

Perché Utrecht?
Mi sono sentita subito a mio agio qui. Utrecht è piccola, quasi un grande villaggio rispetto alle città italiane, e questo mi ha dato un senso di familiarità. Lavoro da quando avevo 15 anni e ho sempre studiato, ma qui sono riuscita a trovare un equilibrio. Il mio lavoro mi gratifica, mi lascia tempo libero, e mi ha insegnato a vivere il presente. Qui ho un bel gruppo di amici italiani, e anche se mi manca la mia famiglia non ho mai sentito il bisogno di andarmene. Ho trovato la mia dimensione.

Hai intenzione di restare nei Paesi Bassi a lungo termine, o pensi di tornare in Italia in futuro?
Non lo so e, onestamente, ho smesso di fare piani a lungo termine. Non mi sento più completamente italiana, ma nemmeno completamente olandese. È quella sensazione di doppia assenza: sei straniero ovunque. Anche dettagli come i miei capelli ricci mi fanno sentire diversa, ma questa diversità è anche la mia forza.

Che consiglio daresti a un giovane italiano che sta pensando di trasferirsi nei Paesi Bassi per motivi professionali?
Il primo consiglio pratico è: inizia a cercare casa il prima possibile, perché trovare alloggio qui è una vera sfida!

Cosa vorresti dire a te stessa mentre stavi per salire su quel volo con un biglietto di sola andata?
Non aver paura. Se guardo indietro a com’ero allora, posso dire che è stata la decisione migliore che potessi prendere. Un’esperienza come questa ti arricchisce in modi che non puoi nemmeno immaginare. Buttati e vivila appieno!

La storia di Alice è quella di una giovane donna che ha saputo cogliere un’opportunità e trasformarla in un’esperienza di crescita. Lasciando Monza e approdando a Utrecht, Alice ha trovato la possibilità di costruire una carriera, vivere in un ambiente che valorizza l’equilibrio tra lavoro e vita privata, e scoprire una nuova versione di sé. Nonostante le difficoltà iniziali e la nostalgia per la sua famiglia, Alice ha trovato la sua dimensione. La sua esperienza ci insegna che, con coraggio e apertura al cambiamento, è possibile creare un futuro appagante anche lontano dalle proprie radici.

Spero che abbiate trovato interessante l’articolo di oggi e che la storia di Alice vi abbia ispirato o incuriosito. Le esperienze degli expat sono sempre ricche di spunti di riflessione, che si tratti di affrontare le difficoltà del trasferimento o di scoprire nuovi aspetti di sé stessi. Vi invito a continuare a seguirci per altre testimonianze italiane all’estero.

Vi do appuntamento a mercoledì prossimo, quando vi racconterò la storia di Christian, un mio amico di adolescenza che ha deciso pochi mesi fa di rifarsi una vita in Spagna, un Paese che ha conquistato il suo cuore. Non mancate! Ci vediamo presto, cià uagliù!

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