IL VIAGGIO DI CATERINA - Mettere radici a Barcellona 🇮🇹 ✈️ 🇪🇸

Caterina, proveniente da Milano , ha intrapreso un viaggio di sola andata verso Barcellona nel 2012, dove ha trovato l’amore e nuove prospettive professionali. Con alle spalle una laurea in beni culturali e un’avventura da guida turistica e speaker pubblicitaria, oggi vive una vita ricca e poliedrica in Spagna, esplorando ogni sfaccettatura della cultura catalana e adattandosi a un sistema educativo e sociale diverso. Attraverso il racconto delle sue esperienze, Caterina condivide le sfide, le bellezze e le contraddizioni di una vita lontana dall’Italia, ma con profondi legami con la sua terra.

Dove sei nata e come hai conosciuto tuo marito, il quale è spagnolo?
Sono nata e cresciuta a Milano. Ho conosciuto mio marito a Barcellona durante un viaggio con la mia migliore amica. All'inizio abbiamo avuto una piccola relazione a distanza, ma poi è stato facile perché mi sono trasferita a Barcellona per uno stage e ho seguito un corso intensivo di spagnolo. Dopo tre mesi, ho deciso di rimanere.

Com'è avere una relazione con uno spagnolo?
Mio marito è originario della Catalogna. La nostra relazione è stata forse più semplice rispetto a quella che si potrebbe avere con qualcuno di una cultura più lontana, come ad esempio tra un italiano e un nordeuropeo o un asiatico. Certo, ci sono state differenze culturali, ma ci siamo adattati. Ad esempio, gli orari dei pasti in Spagna sono più tardivi, ma ci siamo venuti incontro su queste abitudini.

I tuoi genitori vivono adesso in Spagna, come ha fatto a trasferirsi?
I miei genitori si sono trasferiti in Spagna otto anni fa. Hanno comprato un piccolo appartamento a Barcellona e si sono ambientati benissimo. È stata una scelta coraggiosa e positiva per entrambi, che ha portato loro una nuova qualità di vita.

Com'è crescere dei figli in Spagna?
In Spagna, il congedo di maternità e paternità è di 4 mesi per entrambi i genitori, e in alcuni casi può arrivare a 5 mesi. Le città come Barcellona sono molto "baby-friendly", ci sono tanti parchi e attività per bambini. Se confronto la situazione con l'Italia, devo dire che qui è migliore, anche se rispetto al Nord Europa siamo ancora un po' indietro. I parchi sono moderni e ben attrezzati, un ambiente ideale per crescere i bambini.

Cosa pensi del sistema sanitario spagnolo?
Il sistema sanitario spagnolo è considerato tra i migliori, ma purtroppo negli ultimi anni ha subito molti tagli. Questo ha portato molte persone a rivolgersi al privato. La situazione è peggiorata ulteriormente con la pandemia di Covid-19, e ora ci sono maggiori difficoltà.

Qual è la tua opinione sull'istruzione a Barcellona?
Le scuole pubbliche di Barcellona, a parte alcune private, adottano un approccio molto simile al modello finlandese: "senza zaino, senza compiti". L'educazione è dolce, centrata sui bisogni del bambino e sul gioco libero. È un sistema che mi piace molto, anche se è diverso da quello tradizionale italiano.

Trovi che Barcellona sia una città sicura?
Purtroppo, sto notando un peggioramento della sicurezza, legato in gran parte all'eccessivo turismo. Barcellona è una città relativamente piccola rispetto a Madrid, ma ospita una quantità impressionante di visitatori, e questo ha contribuito all'aumento della criminalità. Nel mio lavoro di guida turistica, ho osservato un incremento dei furti, che non risparmiano nemmeno i residenti. In effetti, scherzando, chiamo questo fenomeno il “battesimo di Barcellona”, dato che molti, locali inclusi, hanno vissuto almeno un tentato furto. I ladri qui sono molto abili e spesso restano impuniti, quindi bisogna davvero tenere gli occhi aperti.

Qual è l'impatto della gentrificazione e del turismo di massa?
La gentrificazione è molto sentita qui, come in molte altre città. Anche i quartieri più residenziali stanno subendo un rincaro dei prezzi, e molti abitanti fanno fatica a permettersi l'affitto. Lavoratori da remoto e turisti riempiono la città, e c'è poco spazio per i residenti. È un problema complesso che richiede un nuovo modello di gestione turistica.

Com'è vivere in Catalogna dal punto di vista culturale e linguistico?
In Catalogna c'è la percezione che i catalani siano un po' chiusi inizialmente, ma una volta che si aprono, diventano ottimi amici. La lingua ufficiale è il catalano, ed è molto presente in tutti gli aspetti della vita, dall'istruzione al teatro. In molti settori è richiesto addirittura un livello C1 o C2 di catalano. È una lingua simile all'italiano, ma con una grammatica complessa, anche per i catalani stessi.

Ti senti completamente italiana o in parte anche spagnola?
Mi sento completamente italiana, ma vivendo all'estero mi accorgo che il mio senso di appartenenza si rafforza. Sono orgogliosa delle mie radici italiane, anche se non smetto di criticare alcuni difetti del nostro Paese. Mi sento fortunata a vivere a Barcellona, ma l'Italia ha sempre un posto speciale nel mio cuore.

Cosa vorresti dire a te stessa nel momento in cui ti stavi per intrapendere questo viaggio con un biglietto di solo andata?
Le consiglierei di seguire un corso di spagnolo per integrarsi più facilmente e di non preoccuparsi troppo: il suo cuore si arricchirà di esperienze e di città diverse come Bologna, Barcellona e Milano. Ci sarà spazio per ognuna. Troverà la sua strada e capirà che le persone importanti in Italia continueranno a far parte della sua vita, in modo ancora più profondo e autentico.

Dopo anni di vita all’estero, Caterina è orgogliosa delle sue radici italiane e grata per la ricchezza culturale che Barcellona le offre. Mentre guarda al futuro con il desiderio di continuare a esplorare e crescere, mantiene un legame speciale con la sua terra natia, che resta sempre parte della sua identità.

Spero che questo articolo ti abbia ispirato! Ti aspetto mercoledì prossimo per raccontarti la storia di Anna, che ha trascorso oltre cinque anni in Australia alla ricerca di un cambio radicale di vita affrontando varie sfide tra cui la pandemia. Cià uagliò!

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