IL VIAGGIO DI SARA - Vivere a Dubai ma svegliarsi ogni giorno in una nazione diversa 🇮🇹 ✈️ 🇦🇪
Sara ha vissuto in tre città molto diverse: Napoli, Parigi e infine Dubai, dove attualmente risiede. Napoli, pur essendo "una città da cartolina", non le offriva le opportunità di crescita che desiderava, mentre l’Erasmus a Parigi nel 2015/2016 ha rafforzato la sua voglia di vivere all’estero. La decisione di trasferirsi a Dubai è nata per caso, grazie a un'opportunità lavorativa con Emirates, e da allora la sua vita è cambiata radicalmente. In questo articolo, Sara condivide le sfide affrontate nel trasferimento, l'evoluzione delle sue relazioni personali e il suo adattamento alla vita in una città cosmopolita.
Prima di trasferirti a Dubai, hai vissuto a Napoli, una città ricca di cultura e bellezza. Cosa ti ha spinto a cercare nuove opportunità all’estero e quali erano le tue aspettative rispetto a quello che Napoli poteva offrirti?
Napoli è una città da cartolina, bellissima da guardare, ma difficile da vivere. Le prospettive per il futuro spesso mancano, e ciò che appare affascinante a prima vista, come la sua straordinaria cucina e la sua cultura, può alla lunga sembrare vuoto, privo di sostanza per chi cerca qualcosa di più. Napoli, in un certo senso, ti prepara ad andartene: se resti, rischi di rimanere bloccato, immobile, sempre allo stesso punto, senza la possibilità di crescere o realizzare il tuo potenziale.
Durante il tuo periodo Erasmus a Parigi nel 2015/2016, hai avuto un primo assaggio di vita all'estero. Quanto ha influenzato quell'esperienza nella tua decisione di trasferirti definitivamente? O la tua voglia di vivere fuori dall'Italia era già presente da prima?
Già alla fine delle superiori, a 18 anni, sentivo il desiderio di trasferirmi all’estero. L'idea di lasciare l'Italia era qualcosa che mi portavo dentro da tempo, influenzato anche da un cugino di mio padre, che si era trasferito in Germania e non è mai più tornato. L’Erasmus a Parigi nel 2015/2016 ha sicuramente rafforzato questa mia inclinazione: vivere in una città così dinamica e internazionale mi ha fatto capire quanto fosse importante per me esplorare nuove culture e cercare opportunità al di fuori dei confini italiani. Quell’esperienza è stata una conferma di ciò che già sentivo: l’Italia, e in particolare Napoli, non avrebbero potuto offrirmi ciò che cercavo per il mio futuro.
Perché hai scelto Dubai come destinazione per il tuo trasferimento e quali fattori hanno contribuito a questa scelta rispetto ad altre città o paesi?
È iniziato tutto per caso. Mi trovavo a Parigi per l'Erasmus e stavo cercando un'opportunità lavorativa che mi permettesse di viaggiare. Ho fatto domanda per Emirates, attratta dall'idea di poter combinare lavoro e viaggi. Era il 2017 e Dubai mi sembrava il giusto punto di partenza.
Quali sono state le principali difficoltà che hai affrontato trasferendoti a Dubai e come sei riuscita a superarle?
Il trasferimento è stato traumatico. Mi sono laureata e tre giorni dopo ero già in partenza per Dubai. Sentivo una sorta di urgenza nel lasciare la mia zona di comfort, che comprendeva l'Unione Europea. Nonostante avessi studiato arabo, ho incontrato comunque delle difficoltà iniziali. Non ho nemmeno avuto il tempo di godermi il traguardo della laurea, perché il trasferimento ha preso il sopravvento.
Cosa ti manca di più della tua vita a Napoli? E ci sono aspetti della cultura italiana che mantieni nella tua vita a Dubai?
A volte sento il desiderio di una vita un po' più calma, ma senza esagerare. Napoli mi stava stretta. Cerco comunque di tornare a casa due o tre volte all'anno. La cultura italiana la porto con me, ma a Dubai ho trovato il giusto equilibrio tra il dinamismo della città e le mie radici.
Come hai gestito il cambiamento nelle relazioni personali, sia quelle lasciate in Italia che quelle costruite a Dubai?
Non mi mancano i commenti tossici come “tu tiene e sord” che mi arrivavano da certe persone in Italia. Quelle dinamiche mi hanno portato a tagliare i ponti con individui tossici. Qui a Dubai invece c'è un continuo ricambio di amici. All'inizio mi faceva soffrire, ma poi ci si abitua.
Dubai è una città internazionale e multiculturale. Come ha cambiato la tua visione del mondo vivere in un ambiente così cosmopolita?
Nonostante avessi già una visione del mondo piuttosto aperta, vivere a Dubai mi ha fatto maturare molto in poco tempo. Dopo un anno mi sentivo più consapevole e la mia apertura mentale è cresciuta ulteriormente.
Hai mai pensato di tornare a vivere in Italia o ti vedi proiettata a lungo termine a Dubai? Cosa ti trattiene lì?
Il mio piano originale era di restare un anno, ma sono ancora qui. Ho comprato casa e adottato una cagnolina. Al momento non mi pongo limiti di tempo. Mi sento stabile qui, ma sono aperta a quello che il futuro mi riserverà.
Se potessi tornare indietro, cosa diresti a te stessa il giorno in cui stavi per prendere il volo di sola andata per Dubai?
“Rall nguollo” (dagli addosso) e goditi ogni momento. Vivi l’esperienza senza fretta e sfruttala al massimo. Vai e spacca tutto!
L’esperienza di Sara a Dubai le ha permesso di crescere rapidamente, ampliando la sua apertura mentale e offrendole una nuova prospettiva sul mondo. Sebbene il trasferimento iniziale sia stato "traumatico" e il continuo ricambio di amici l'abbia messa alla prova, ha sviluppato la capacità di adattarsi e trovare il proprio equilibrio. Oggi, non si pone limiti sul futuro e rimane aperta alle opportunità che la vita le riserverà. La prossima settimana, esploreremo la storia di un altro expat italiano, traendo insegnamenti preziosi dalle sue esperienze. Ci vediamo mercoledì, ciao uagliò!