IL VIAGGIO DI TALITA - 10 anni di vita a Londra, tra sfide, libertà e Over IT 🇮🇹 ✈️ 🇬🇧

Talita ha lasciato il piccolo paese di Serrone per un viaggio di sola andata verso il Regno Unito, spinta da un profondo desiderio di libertà e anonimato. Dopo aver trovato la sua nuova casa a Londra, una città che l’ha trasformata e accolta, Talita ha lanciato "Over IT": un progetto nato per raccontare la vita degli italiani all’estero. Attraverso "Over IT" condivide storie di chi, come lei, ha ascoltato il richiamo verso l’ignoto, cercando non solo nuove opportunità, ma una riscoperta di sé. Tra sfide, adattamento culturale e crescita personale, Talita offre ispirazione a chi sogna di esplorare oltre i confini italiani.

Qual è stato il momento preciso in cui hai deciso di lasciare Serrone e trasferirti a Birmingham il 20 novembre 2014? Cosa ti ha spinto a fare questo grande passo?
Il momento preciso è stato una combinazione di sentimenti e intuizioni. Avevo bisogno di sentirmi anonima all’estero. Volevo davvero togliermi di dosso quelle etichette. Volevo fare un’esperienza di sei mesi all’estero, contro il consiglio di tutti, e scelsi Birmingham. Ma dopo solo quattro giorni lì, ho deciso di spostarmi a Londra. Ogni angolo della città sembrava sussurrarmi, chiamarmi. C’erano luoghi come Hyde Park, uno spazio immenso e curato, ma anche selvaggio, o Covent Garden e Liverpool Street, che mi davano un senso di appartenenza immediata. Londra era immensa, piena di persone ovunque, ma il silenzio tra la folla mi colpiva profondamente. Era come se avessi trovato il posto giusto.

Raccontaci il tuo primo anno a Londra.
Il mio primo anno è stato come un periodo di prova, un "anno cuscinetto". Mi sono trovata subito un lavoro come cameriera, dopo solo cinque giorni. All’inizio fu uno shock culturale, specialmente con i gusti degli inglesi che ordinavano cioccolata calda e scrambled eggs! Ma questa città offre tanto, e dopo il primo stipendio decisi che non sarei tornata in Italia. Nel frattempo, studiavo recitazione, screen acting per la precisione, ed ero l’unica expat tra gli inglesi. Con il tempo, ho iniziato a comprendere meglio la loro cultura. Non mi sembrava più strano servire il tipo che ordinava uova strapazzate e caffè. Ho iniziato a creare connessioni, con italiani e non. Il primo anno, dal punto di vista burocratico, è stato semplice. Londra mi dava un senso di libertà assoluta, una sensazione di appartenenza che non avevo mai provato in Italia. Le etichette sociali "la figlia di..." o "l'amica di..." erano scomparse.

Come hai gestito le relazioni con amici e parenti in Italia? E come gestisci quelle in UK?
Dopo circa 8 o 9 mesi ho iniziato a sentire la mancanza di casa. Ad agosto, in Italia, si fanno i falò con gli amici, mentre io ero al lavoro a Londra con il cappotto addosso, anche d’estate. A settembre, tornai in Italia per la prima volta e nel primo anno mantenni vivi i rapporti. Mi venivano a trovare, mio fratello inclusi. In UK ho creato nuove amicizie, principalmente con italiani. Avevo una relazione, ma non riuscivo a trovare l’amore che cercavo. La mia famiglia è sempre stata il mio porto sicuro, anche se a un certo punto persi un po’ il contatto con loro. Durante la pandemia, il mio cane Brioche, che avevo da quando avevo 10 anni, morì. Questo evento mi distrusse emotivamente e mi fece mettere in discussione tutto ciò che ero e che volevo. Londra sembrava avermi rubato il sole, i legami, la possibilità di vivere la comunità e la famiglia. Iniziai un percorso di terapia, affrontai i miei traumi e ritrovai un equilibrio.

Quando ti guardi allo specchio e pensi a tutto quello che hai vissuto, come ti senti? Ti senti empowered, incredula, orgogliosa?
Mi sento innamorata di me stessa. Tifo per me, sono la mia prima supporter. Ho imparato che il benessere non deriva da grandi cose, ma dai piccoli passi che facciamo. Ogni progresso è prezioso perché lo scelgo io. La sensazione di benessere che deriva da questa consapevolezza è impagabile.

Vivi nel Regno Unito da 10 anni e hai anche la cittadinanza britannica. Cosa significa per te?
Vivere qui da così tanto tempo e ottenere la cittadinanza mi ha fatto sentire ancora più integrata. Londra è diventata casa, e ho acquisito un senso di appartenenza. Tuttavia, porto ancora dentro di me una parte dell’Italia, quella che mi ha formato, e con cui mantengo un legame profondo.

Raccontaci di "Over IT". Come è nato?
"Over IT" è nato il 28 luglio 2023, ma l’idea ha radici profonde. Durante la pandemia, iniziai a scrivere un libro intitolato “ASSOLO, take care of yourself”, che affronta il tema della diversità e della condivisione di esperienze simili. Volevo comunicare con chi, come me, si sentiva "oltre". "Over IT" è diventato il mio modo di raccontare la vita degli italiani all’estero, non solo come ricerca di migliori opportunità economiche, ma come risposta a una chiamata interiore, una necessità di trovare qualcosa di diverso. È un ponte tra l’Italia e il Regno Unito, uno spazio per raccontare storie che portano valore al nostro paese d’origine e a chi torna dopo un’esperienza all’estero, arricchito e con una nuova prospettiva.

Dopo 10 anni da expat, come vivi la tua vita in UK?
L’essere expat mi fa sentire come in una sorta di “doppia assenza”. In Italia, a volte, avverto una certa frustrazione e orgoglio. Alcuni ti fanno sentire come se fossi riuscita a fare ciò che loro non hanno avuto il coraggio di tentare. Frasi come “Hai portato la pioggia da Londra” mi irritano, ma cerco di non prenderle sul personale.

Che consiglio daresti a qualcuno che sta considerando un’esperienza all’estero ma ha paura del cambiamento?
Consiglierei senza dubbio di partire, soprattutto per il Regno Unito. Segui quel richiamo interiore che ti spinge a esplorare oltre ciò che conosci. Se c’è qualcosa che ti spinge verso una meta, seguila. Ascolta quella voce che ti invita a guardare oltre, e prenditi il rischio. Vedrai cose nuove e scoprirai lati di te stesso che non conoscevi. Prendi quel volo!

Guardando al futuro, ti vedi mai tornare a vivere in Italia o pensi che la tua vita resterà legata al Regno Unito o a un altro paese?
Mi vedo ancora a Londra come base fissa, ma mi piacerebbe vivere in diverse parti del mondo. Mi piacerebbe tornare in Italia più spesso, ma non sono ancora pronta a farlo in modo definitivo. Forse ci penserò per la pensione!

Cosa vorresti dire a te stessa mentre stavi per salire su quel volo con un biglietto di sola andata?
Una frase che mi accompagna sempre è di Michael Jordan: “Mai dire mai, perché i limiti, come le paure, sono spesso solo un’illusione.”

La storia di Talita ci ricorda che ogni viaggio è una ricerca di sé, attraverso luoghi e scelte che ci definiscono e trasformano. Londra le ha regalato libertà e appartenenza, ma anche la forza per abbracciare le sue radici italiane. Grazie per aver condiviso questo viaggio con noi; ci rivediamo mercoledì prossimo per raccontarvi la storia di Rossella, che continua a darsi nuove sfide nella sua città, Rotterdam. Cià uagliò!

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