La rotta inversa di Giacomo, dalla Germania a Napoli 🇩🇪 🇮🇹
Giacomo, conosciuto come Giacomino tra gli amici e Jakob tra i parenti, è un caro amico nato a Friburgo, in Germania, che si è trasferito a Napoli all'età di 18 anni. Giacomo mi ha sempre meravigliato perché ha seguito il percorso inverso rispetto a molte persone che conosco, le quali lasciano l’Italia per studiare o lavorare in Germania.
Gli ho posto alcune domande e, come sempre, spero che questo confronto ti piacerà. Buona lettura!
Perché ti sei innamorato di Napoli?
Non so spiegare esattamente il perché: non l’ho scelta per ragioni lavorative, per la serenità economica o per l'ambiente. È qualcosa di diverso. Già a 14 anni la Germania mi stava stretta. Così, a 18 anni, il giorno del mio compleanno, mi sono trasferito. Sono ormai cinque anni che vivo a Napoli. Non c'è un motivo specifico, ma qui mi sento a casa.
Perché hai lasciato la tranquillità e la stabilità della Germania per avventurarti a Napoli?
A Napoli, nonostante il caos, ho trovato la mia serenità. Quando torno in Germania, dopo pochi giorni sento subito il desiderio di tornare a Napoli.
Come hai iniziato a crearti nuove relazioni in una città così culturalmente diversa?
Le prime due o tre settimane sono stato solo, ma poi ho iniziato a fare amicizia con gli studenti della mia università. A settembre sono entrato a far parte dell'associazione "Sii turista della tua città", e successivamente sono diventato un membro attivo dell’organico. Ad ottobre ho iniziato a collaborare con il “Centro Territoriale Mammut” di Scampia, partecipando ai progetti di ciclofficina con i bambini del quartiere.
Qual è la cosa che ti lega maggiormente alla città di Napoli?
A Napoli, i rapporti sono importanti, anche con gli estranei. Puoi anche non conoscere nessuno, ma nel quotidiano, grazie alle mille relazioni spontanee che si creano, nascono amicizie in modo naturale.
Attualmente stai facendo la magistrale in ingegneria presso l’Università Federico II. Una volta terminati gli studi, avrai molte opportunità lavorative. Pensi di tornare in Germania per fare carriera?
Grazie al tipo di lavoro che farò ho la fortuna di poter lavorare ovunque, ma Napoli offre molte opportunità anche nel mio campo.
Come vedi il futuro lavorativo in Italia per i tuoi coetanei?
Per molti, il futuro sarà difficile se decideranno di restare. Molti studenti con cui studio vogliono andare all’estero. Credo che i giovani siano una risorsa per il territorio, ma comprendo anche la scelta opposta: trasferirsi per un futuro migliore. Mi dispiace quando un amico lascia Napoli, ma capisco che la situazione non è semplice. Sarebbe bello se restassero e diventassero una risorsa, arricchendo la Campania e evitando che le future generazioni siano costrette ad andarsene.
Molti ragazzi italiani si trasferiscono in Germania, mentre tu hai fatto il percorso inverso. Consiglieresti lo stesso ai tuoi coetanei tedeschi?
È molto soggettivo. È un'esperienza che ti dà tanto. Il popolo napoletano è davvero straordinario, con un aspetto umano superiore agli altri popoli.
Cosa vorresti condividere con chi vorrebbe intraprendere un percorso simile al tuo?
Apri gli occhi e osserva attentamente. Trova i lati positivi e negativi, guarda la città con occhi diversi. Scopri tutte le sfaccettature della realtà in cui ti imbatti. Entra nella vita dei napoletani e impara tanto da loro.
Come ti vedi tra dieci anni?
Non ci voglio pensare troppo. Voglio dare il meglio di me ogni giorno. Nel mio futuro, mi piacerebbe fare qualcosa di significativo e realizzante.
Cosa vorresti dire al Giacomo del passato che si sta per mettere in viaggio?
Gli direi che non sarà una scelta di cui mai si pentirà.
CONCLUSIONI
La storia di Giacomo è un esempio di come seguire il cuore possa portare a scoperte inaspettate e significative. Lasciare la tranquillità e la stabilità della Germania per trasferirsi a Napoli gli ha permesso di trovare la sua vera casa.
Vi aspetto la prossima settimana per raccontarvi la storia di Vincenzo, un ragazzo napoletano che si è trasferito a Barcellona.
A mercoledì prossimo, uagliò!